La musica è la mia
vita. Una passione diventata poi una
professione.
Eppure nel profondo
dell'animo sono rimasto Tato che giocava sotto il tavolo mentre mio
padre suonava con la sua orchestrina le canzoni di Gino Latilla e
Carla Boni. Tato che cantava “Ciao, ciao bambina”, con papà al
pianoforte. Tato che alla scuola dell' ”Arrigo Boito” (la banda
cittadina) suonava con la tromba il “Poeta e Contadino” o la
“Madama di Tebe”. Tato che si esibiva nel “Tema di Lara” o in
“Summertime” con gli amici dei “Gemini 55”.
Nel profondo dell'animo
suono dunque rimasto un dilettante, nel senso più puro del termine.
Ciò mi ha consentito di fare della professione del musicista un
mezzo e non un fine. Un mezzo per vivere, conoscere, approfondire la
bellezza della musica senza dimenticare lo spirito delle mie origini.