lunedì 4 novembre 2024

L’isola di Tato – Blog  -  I libri di Gianmario Bonino 

Vita di una tromba

I Gemini 55 - La storia

La Banda Felice – Racconti 

Le sette notti dell’Ing. Peyrano 

Il genis e altri strumenti

La felicità è un balcone (Le cose belle della vita)

 Suoni la tromba e intrepido… 

                                                                  La Tromba nella Storia 

Per eventuali acquisti, inviare richiesta all'indirizzo: gianmario.bonino@gmail.com


sabato 2 novembre 2024

 

Gianmario BONINO 

VITA DI UNA TROMBA 

PROLOGO

Salve, io sono una tromba.

   Per la precisione una tromba in si bemolle, modello Prestige, matricola n° 52-00174, costruita dall’artigiano Otto Krüger, Svizzera, nel lontano 1952.

   Attualmente mi trovo a dimorare presso la bancarella del signor Brunetto, che espone i suoi articoli nei mercatini dell’antiquariato nel nord della Lombardia, Italia.

   Devo ammettere che nel tempo ho frequentato luoghi migliori, o meglio più illustri, ma non mi lamento perché il tempo ha le sue ragioni. Questo l’ho imparato nel corso degli anni.

   Del resto, se ora posso scrivere la mia storia lo devo proprio alle condizioni in cui mi trovo. Tra gli oggetti più svariati esposti su questa bancarella, ho fatto la conoscenza di Verdepastello (una vecchia macchina da scrivere, marca Olivetti Lettera 32), che si è offerta di tradurre sulla carta i miei ricordi. Il resto l’hanno fatto gli Arcobaleni, come li chiamo io, ovvero molti dei libri che affollano gli scaffali del signor Brunetto, aiutandomi con i semi della loro sapienza.

   Per meglio farmi capire, ora però dovrò rivelare alcuni segreti...

domenica 27 ottobre 2024


Gianmario Bonino - Egidio Belotti - Lino Grasso

I GEMINI 55

Storia di ragazzi e di musica nella Fossano degli anni '60

Gianmario, Lino, Igor, Danilo, Egidio e Franco (detto Prinz)
raccontano a più voci la loro storia di ragazzi con la passione per la musica "beat", nella Fossano degli anni '60. A loro si uniscono i vari personaggi che hanno contribuito alla realizzazione di un'avventura che per sempre rimarrà nei loro cuori.



mercoledì 8 giugno 2022

La Banda Felice


LA BANDA FELICE

Racconti

Dieci racconti brevi e un racconto lungo coprono un arco temporale di sessant'anni (1940-1999) e i diversi protagonisti hanno in comune la passione per la musica attraverso la quale vivono storie in età e contesti diversi.

 


Muraja (1940)

Il rientro notturno di tre suonatori reduci da un “ballo pubblico”, alla vigilia della seconda guerra mondiale.


Mario Cavaradossi (1948)

Il tragico debutto di un giovane tenore nella Tosca di Puccini. 


Il bombardino (1967)

Una banda di paese e le sue vicissitudini viste attraverso gli occhi di un ragazzo suonatore di bombardino.


Summertime (1968)

La scoperta della musica “beat” e i primi amori di un ragazzino negli anni '60.

martedì 7 giugno 2022

Il genis e altri strumenti

 Gianmario Bonino - Il genis e altri strumenti

Pubblicato sul sito www.lulu.com. Si può acquistare anche su www.amazon.it (cliccando sull'immagine a destra) oppure può essere ordinato nelle librerie tradizionali.


Il genis e altri strumenti

Un’esperienza di vita musicale e umana vista attraverso gli attrezzi di un’arte che appartiene a tutti, senza distinzione di merito o di luogo.

Gli strumenti hanno l’anima di che li suona.


Il genis


Questo racconto potrà interessare forse solo chi ha vissuto in tempi passati la frequentazione di una banda musicale. Tuttavia chiunque avrà la pazienza di leggerlo fino in fondo potrà cogliere il senso di una morale comune.

   Dovete sapere che c’è uno strumento musicale che pochi conoscono e forse nessuno ha mai desiderato suonare. Eppure da molti è stato suonato anche se con risultati spesso controversi. Questo strumento si chiama genis.

   E’ noto ai bandisti di vecchio stampo mentre per i più giovani il suo nome non evoca ormai alcuna immagine. Eppure si tratta di uno strumento con una storia che vale la pena di essere raccontata e a cui il destino ha assegnato un ruolo sicuramente utile quanto ingrato.

   La sua particolarità nasce già dal nome e dalle sue varianti: genis, clavicorno in mi bemolle, orsicorno o tromboncino. Tanta varietà appare quantomeno sospetta, quasi si trattasse di un artificio per confonderne la vera sua identità.

 

lunedì 6 giugno 2022

Le Sette Notti dell’ing. Peyrano

Un sogno lungo sette notti accompagna il ritorno dell'ingegner Peyrano, impiegato alle Ferrovie e ormai prossimo alla pensione,  nei luoghi della sua gioventù.
Il racconto si snoda sospeso tra realtà e fantasia, sogni e ricordi.
Accompagnato dall’amico Virgilio, nel suo peregrinare notturno in una città fantasma, il protagonista si affida a voci misteriose nel desiderio di colmare i lati oscuri del suo passato. Nella vecchia casa della sua infanzia lo attende poi la nonna Rachele, presenza spirituale, che ogni notte prepara per lui gustose pietanze e ne illustra le segrete ricette. 


I° Notte

L’ingegner Carlo Alberto Peyrano dormiva profondamente, seduto in una carrozza di prima classe di un vecchio treno a vapore.

     Era dipendente delle Ferrovia Statali e si spostava spesso da una città all'altra per il suo lavoro. Ora era prossimo alla pensione e quel vecchio treno, che circolava solo in occasioni speciali, lo stava accompagnando in quello che probabilmente sarebbe stato il suo ultimo incarico.

     Prima di addormentarsi l'ingegnere aveva letto alcune pagine di un voluminoso libro:

     “... Navi nere e roboanti, ancorate nel porto di Santa Maria de los Buenos Aires, riversavano sui moli la messe industriale dei due emisferi, il colore e il suono delle quattro razze, lo iodio e il sale dei sette mari; nello stesso momento, stipate della flora, della fauna e del minerale propri del nostro territorio, navi alte e solenni facevano rotta nelle otto direzioni del mare accompagnate da un aspro addio di sirene navali...”

   Si trattava di Adan Buenosaires dello scrittore argentino Leopoldo Marechal. L'ingegnere aveva notato quel libro sullo scaffale della libreria di una stazione, attratto dal titolo curioso. A Buenos Aires lui stesso era nato e a soli cinque l'aveva lasciata per raggiungere l'Italia. Troppo poco per conservare dei chiari ricordi. Ma neppure in seguito aveva manifestato particolari interessi per il suo paese d'origine sino a quando non si era imbattuto casualmente in quel testo. 

    Salito sul treno, aveva letto con curiosità le prime pagine nonostante lo stile prolisso e il linguaggio complesso mettessero a dura prova la sua concentrazione. Ma presto la stanchezza aveva avuto il sopravvento. L'ingegnere si era addormentato e ora stava sognando.

    Era come se stesse sfogliando un album di fotografie. Ora si rivedeva piccino, all’ombra degli alberi del suo viale preferito. Seguiva una foto di classe della quinta elementare. Poi eccolo davanti al Liceo con la sua bicicletta. Infine alla stazione, per recarsi all'Università. Saliva sul treno e, come spesso gli accadeva, si addormentava mentre i suoi compagni di viaggio si divertivano a scrivere frasi oscene sui suoi libri...

    Un tonfo improvviso lo svegliò. Il libro di Marechal, mosso dagli scossoni del treno, era caduto dal sedile dove lo aveva riposto prima di addormentarsi.

    L'ingegnere sbadigliò raccogliendo il libro e cercò un riferimento guardando fuori dal finestrino. Il vetro rispecchiò la sua immagine, ma proprio in quel momento, il fischio prolungato della motrice lo avvertì dell'approssimarsi la stazione.

    Si mosse un po' confuso, in tutta fretta indossò l'impermeabile e recuperò la valigia mentre il treno lentamente rallentava sino a fermarsi.

    Aprì la porta e scese sulla pensilina. Respirò profondamente e si guardò intorno: la stazione era deserta. Un tempo avrebbe almeno incontrato il capostazione con paletta e fischietto, pensò.

    Il treno a vapore ripartì sbuffando e scomparve alla vista passando sotto un cavalcavia.

domenica 5 giugno 2022

Gianmario Bonino - La felicità è un balcone

Gianmario Bonino - La felicità è un balcone (Le cose belle della vita)
Pubblicato sul sito www.lulu.com dove si può acquistare e scaricare online la versione ebook. Il testo cartaceo è acquistabile su www.amazon.it (cliccando sull'immagine a destra) oppure può essere ordinato nelle normali librerie.

Le cose belle della vita sono quei momenti che non hanno nulla di eccezionale, anzi fanno parte della nostra quotidianità, ma ci regalano quella misteriosa felicità che rende il tempo che passa meritevole di essere vissuto.


La felicità è un balcone
Se dovessi riassumere la mia infanzia con un'immagine, non potrei che pensare al balcone della casa dove sono nato.
   Questo balcone si affacciava proprio sopra il portone d'ingresso, al n° 19 della Via Beato Oddino Barotti, nel centro storico di Fossano, una bella cittadina in provincia di Cuneo.
   Dal portone si entrava in un androne con il soffitto ad arco che immetteva nel cortile quadrato sul quale si affacciavano balconate a ringhiera.
   Quell'antica casa era stata acquistata da mio padre dopo che il nonno gli aveva consegnato tutti i suoi risparmi per sfuggire a un’oscura storia di imbrogli di cui era rimasto vittima. La casa era disposta su due piani e ospitava diversi inquilini. Si diceva risalisse al settecento e fosse stata sede di un convento e poi un'abitazione nobiliare.
   Salendo le scale, dopo la prima rampa, si notava una nicchia con esposta la statua della Madonna.
   Tutto il primo piano era ordinato secondo un susseguirsi di grandi sale. Naturalmente era stato  suddiviso in due appartamenti e il nostro era composto da sei stanze che mi apparivano come un affascinante percorso.  L'unico timore era attraversarle nell'oscurità, rischiando di inciampare in qualche suppellettile, poiché gli interruttori della luce erano posti ad altezze per me irraggiungibili.
   Nelle due sale più grandi vi erano enormi camini e soffitti affrescati.
   Amavo questa casa, che rappresentava una continua scoperta tra bauli, armadi, cassetti e che potevo percorrere anche in sella al triciclo, tanto era grande.
   Il balcone, quel balcone, si raggiungeva dalla cucina che pur essendo una delle stanze più piccole, era anche il luogo maggiormente frequentato. Forse perché era riscaldata da una potente stufa, comunemente chiamata potagè.
   Non frequentando l’asilo (a quei tempi era roba da ricchi) avevo tutto il tempo a mia disposizione e quel balcone diventò per me come una finestra sul mondo.