La
sordina è quell'aggeggio a forma di pera che si inserisce nella
campana della tromba. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare
essa non serve solamente a suonare più piano: la sordina determina
un diverso colore nel suono dello strumento, anzi più colori in
quanto esistono diversi tipi di sordina.
Quando
il compositore richiede il suo uso scrive un'indicazione sulla parte
della tromba, nel punto preciso. Con sordina in italiano, Mute
in inglese, Avec sourdine in francese...
Un
buon trombettista dovrebbe averla sempre con sé.
Dal libro "Suoni la tromba e intrepido..."
La
sordina
Gli
orchestrali, in ordine sparso, avevano appena fatto il loro ingresso nella sala tra gli applausi del pubblico, sedendosi ai
rispettivi posti. Quindi il violino di spalla si era alzato in piedi
e, nel silenzio generale, aveva raccolto il la offerto dal primo
oboe. Allora prima gli archi e a seguire i fiati avevano controllato
la propria intonazione in un ronzio sommesso. Poi era nuovamente
calato il silenzio in attesa dell’entrata del direttore
d’orchestra. Alla sua apparizione coincideva un nuovo applauso del
pubblico che si sovrapponeva al movimento degli orchestrali
nuovamente tutti in piedi. Infine, con un cauto gesto, il maestro
invitava gli orchestrali a sedersi con il pubblico nuovamente in
religioso silenzio…
Ora tutto è
pronto per l’inizio della liturgia e nessuno può accorgersi di un
trombettista, seduto nella fila, che guardando distrattamente lo
spartito posto sul leggio di fronte a lui improvvisamente ha un
sussulto quando i suoi occhi si posano su una parola che
inconsciamente determina in lui un violento attacco di sudorazione:
avec sourdine.
Il maestro,
intanto, alla ricerca della concentrazione, con gli occhi chiusi, si
appresta a dare l’attacco della sinfonia n. 3 di Saint-Saens. Un
respiro… e via!
Nel
frattempo il trombettista sibila al collega a fianco:
«Ho
dimenticato la sordina! Che faccio?».
Il collega
sogghigna:
«Vai a
prenderla: ci sono 50 misure d’aspetto».
È un
attimo: il trombettista si alza, ma con la schiena piegata, sfila
dietro ai tromboni e al basso tuba ed esce con passo felpato dalla
sala. La musica intanto avanza. Appena fuori della sala il nostro
amico scatena una furia da centometrista: corridoio, scala, sala
ottoni… sordina!…, nuovamente scala, corridoio. Alt. Un forte
respiro. Nuovamente la musica che avanza. Schiena piegata, passo
felpato, Basso tuba, Tromboni… ma un piede che si infila
malauguratamente tra le gambe della sedia di un collega, un lieve
zoppichio e nel movimento scoordinato ecco la sordina lasciare la
mano leggermente sudata del trombettista per lanciarsi come un
proiettile oltre gli oboi e fagotti e rotolare saltellando in
controtempo tra i leggii dei violini secondi (tuttavia senza
fortunatamente colpire alcuno), poi finalmente fermarsi tra i piedi
di ignaro collega.
Il direttore
ha un leggero fremito senza capire (ha gli occhi chiusi) mentre
qualcuno tra il pubblico sorride.
Il
trombettista, finalmente seduto al suo posto, suda copiosamente.
Il collega
violinista, ripresosi dalla sorpresa, con fare furtivo interrompe la
sua esecuzione, abbassa l’archetto, raccoglie la sordina e… la
passa a un collega vicino, che la passa al secondo oboe (non sta
suonando in quel momento), al secondo fagotto, al primo corno e
finalmente al proprietario che la riceve con un lieve sorriso sul
volto rubicondo.
«Quante
sono?»
Quarantotto,
quarantanove, cinquanta. Trombe:
avec sourdine.
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