Forse non
tutti sanno che il celebre direttore d’orchestra Herbert von
Karajan dirigeva ad occhi chiusi. Certo il pubblico non poteva
accorgersi del fatto, a differenza degli orchestrali. Quando poi lo
stesso maestro si fece promotore di innumerevoli registrazioni video
(fu per trentacinque anni direttore principale dei Berliner
Philharmoniker) fu chiaro a tutti come quel volto carismatico
apparisse quasi trasfigurato mentre modellava la musica con il gesto
delle mani e gli occhi sempre chiusi. Naturalmente era ovvio che
dirigesse a memoria.
Negli anni
’60 Karajan ebbe occasione di esibirsi anche in Italia. In una
particolare occasione il maestro diresse i Tableaux
d'une exposition di Modest Mussorgskij nella
trascrizione per orchestra di Maurice Ravel. Si tratta di una
composizione assai estesa, ispirata dalla visita ad una mostra di
quadri organizzata in memoria di un caro amico di Mussorgskij,
l'architetto Victor Hartman. Nel corso della partitura l'autore
immagina di passeggiare tra i quadri esprimendo le sue emozioni
attraverso la musica. Ogni quadro viene inoltre intercalato da una
tema denominato, appunto, passeggiata.
Il quadro n°
4, Bydlo, prende
il nome da un tipico carro polacco
trainato da due buoi ritratto sullo sfondo di
una arida e desolata campagna. La musica interpreta il lento e
faticoso avanzare del carro attraverso la ripetizione quasi ossessiva
di un inciso affidato agli strumenti gravi mentre sopra di essi si
dipana una triste e stanca melodia. Questo tema è affidato
originariamente al bassotuba, il più grave tra gli ottoni, ma è
prevista anche l’opzione dell’eufonio (nel gergo popolare detto
anche bombardino), un
ottone dalla voce baritonale.
Karajan
aveva optato per questa seconda soluzione e dal momento che l’eufonio
non rientra nel normale organico orchestrale, l’incarico viene di
norma affidato ad un trombonista a conoscenza della tecnica dei
pistoni. Infatti questo strumento ha la forma simile a un bassotuba,
ma un poco più ridotta e suona nella stessa estensione del trombone.
Ed eccoci
alla sera del concerto. L’orchestra è pronta e il pubblico
accoglie con un caloroso applauso l’entrata in scena del maestro
von Karajan che si inchina e quindi si volta verso l’orchestra,
chiude gli occhi e dopo una breve pausa alla ricerca della giusta
concentrazione, muove leggermente la mano destra dando l’attacco
alla prima tromba che esegue in solitudine il tema della passeggiata.
Nel
frattempo l’eufonista designato è tranquillamente seduto accanto
al primo trombone. Ha lo strumento appoggiato sulle ginocchia in
quanto il suo assolo è previsto a metà circa dell’opera. Davanti
a sé, sul leggio, vi è la cartelletta ancora chiusa contenente lo
spartito. Come sua abitudine, per un motivi forse scaramantici,
aprirà la cartelletta solo alcuni istanti prima dell’assolo.
L’esecuzione
procede intanto spedita e il maestro Karajan dirige un’orchestra
particolarmente attenta e concentrata forse proprio a causa di quegli
occhi chiusi che sembrano assorbire tutta l’interiorità di quella
musica.
Avvicinandosi
il momento dell’assolo ecco che il nostro eufonista finalmente apre
la cartelletta sul leggio quando, con grande sorpresa presto
tramutatasi in terrore, scopre che la cartelletta è vuota, la parte
è scomparsa! Una dimenticanza dell’archivista o uno scherzo di
cattivo gusto di un collega? Non c’è tempo per indagare, ma solo
per risolvere quella maledetta situazione. Esecuzione a memoria?
Possibile, anzi normale per un professionista. Tuttavia un imprevisto
del genere può attenuare qualsiasi attitudine, compresa quella
mnemonica. Meglio non fidarsi. Nel frattempo la musica procede e il
momento si avvicina. C’è un’estrema soluzione: sullo spartito
del bassotuba è segnata anche la guida dell’assolo di eufonio. Al
nostro amico non resta altro da fare che alzarsi dalla propria sedia
e con lo strumento in braccio sfilare dietro la sezione tromboni per
avvicinarsi al leggio del bassotuba. Mancando la sedia non può far
altro che accovacciarsi sul gradino vicino. Nel frattempo il
bassotubista ha gentilmente girato il suo leggio verso lo sventurato
collega.
Pochi
istanti e poi il maestro Karajan da l’attacco per Bidlo.
Dopo poche battute l’eufonio inizia l’assolo che si conclude
felicemente seppur eseguito in condizioni di emergenza. Esaurito il
suo compito e dopo aver scambiato uno sguardo di intesa e di
gratitudine verso il bassotuba, l'eufonista riprende il cammino
inverso per raggiungere la sua postazione d’origine. Chissà cosa
avranno pensato gli spettatori vedendo quegli strani movimenti.
Il concerto
volge ormai al termine con il risonare delle campane nel quadro che
raffigura la monumentale Grande porta di Kiev.
Dopo l’ultimo fragoroso accordo di mi bemolle il pubblico attende
alcuni secondi e solo quando le mani del maestro si abbassano fa
partire un fragoroso applauso. Finalmente il maestro Karajan apre gli
occhi, unisce le mani in segno di ringraziamento verso gli
orchestrali e poi si volta per l’inchino al pubblico.
Il maestro
esce passando tra i violini e gli applausi non sembrano scemare, anzi
aumentano di volume. Karajan ritorna allora sul podio e ancora si
inchina verso il pubblico, poi si rivolge agli orchestrali e a uno a
uno invita i vari solisti ad alzarsi in piedi per un giusto
riconoscimento: la prima tromba, il sax contralto e così via. Ora è
il turno dell’eufonio e il nostro amico sorride a denti stretti non
sapendo se essere felice per lo scampato pericolo o in collera per lo
stupido scherzo (ora non ha più dubbi) di un collega geloso. Solo il
maestro Karajan non si è accorto di nulla e per lui anche l’assolo
di eufonio è stato perfettamente eseguito, senza problemi. Ma si sa,
il maestro Karajan dirige sempre con gli occhi chiusi.
Nessun commento:
Posta un commento