domenica 11 giugno 2017

Karajan e l'eufonio


Forse non tutti sanno che il celebre direttore d’orchestra Herbert von Karajan dirigeva ad occhi chiusi. Certo il pubblico non poteva accorgersi del fatto, a differenza degli orchestrali. Quando poi lo stesso maestro si fece promotore di innumerevoli registrazioni video (fu per trentacinque anni direttore principale dei Berliner Philharmoniker) fu chiaro a tutti come quel volto carismatico apparisse quasi trasfigurato mentre modellava la musica con il gesto delle mani e gli occhi sempre chiusi. Naturalmente era ovvio che dirigesse a memoria.

Negli anni ’60 Karajan ebbe occasione di esibirsi anche in Italia. In una particolare occasione il maestro diresse i Tableaux d'une exposition di Modest Mussorgskij nella trascrizione per orchestra di Maurice Ravel. Si tratta di una composizione assai estesa, ispirata dalla visita ad una mostra di quadri organizzata in memoria di un caro amico di Mussorgskij, l'architetto Victor Hartman. Nel corso della partitura l'autore immagina di passeggiare tra i quadri esprimendo le sue emozioni attraverso la musica. Ogni quadro viene inoltre intercalato da una tema denominato, appunto, passeggiata.
Il quadro n° 4, Bydlo, prende il nome da un tipico carro polacco trainato da due buoi ritratto sullo sfondo di una arida e desolata campagna. La musica interpreta il lento e faticoso avanzare del carro attraverso la ripetizione quasi ossessiva di un inciso affidato agli strumenti gravi mentre sopra di essi si dipana una triste e stanca melodia. Questo tema è affidato originariamente al bassotuba, il più grave tra gli ottoni, ma è prevista anche l’opzione dell’eufonio (nel gergo popolare detto anche bombardino), un ottone dalla voce baritonale.
Karajan aveva optato per questa seconda soluzione e dal momento che l’eufonio non rientra nel normale organico orchestrale, l’incarico viene di norma affidato ad un trombonista a conoscenza della tecnica dei pistoni. Infatti questo strumento ha la forma simile a un bassotuba, ma un poco più ridotta e suona nella stessa estensione del trombone.
Ed eccoci alla sera del concerto. L’orchestra è pronta e il pubblico accoglie con un caloroso applauso l’entrata in scena del maestro von Karajan che si inchina e quindi si volta verso l’orchestra, chiude gli occhi e dopo una breve pausa alla ricerca della giusta concentrazione, muove leggermente la mano destra dando l’attacco alla prima tromba che esegue in solitudine il tema della passeggiata.
Nel frattempo l’eufonista designato è tranquillamente seduto accanto al primo trombone. Ha lo strumento appoggiato sulle ginocchia in quanto il suo assolo è previsto a metà circa dell’opera. Davanti a sé, sul leggio, vi è la cartelletta ancora chiusa contenente lo spartito. Come sua abitudine, per un motivi forse scaramantici, aprirà la cartelletta solo alcuni istanti prima dell’assolo.
L’esecuzione procede intanto spedita e il maestro Karajan dirige un’orchestra particolarmente attenta e concentrata forse proprio a causa di quegli occhi chiusi che sembrano assorbire tutta l’interiorità di quella musica.
Avvicinandosi il momento dell’assolo ecco che il nostro eufonista finalmente apre la cartelletta sul leggio quando, con grande sorpresa presto tramutatasi in terrore, scopre che la cartelletta è vuota, la parte è scomparsa! Una dimenticanza dell’archivista o uno scherzo di cattivo gusto di un collega? Non c’è tempo per indagare, ma solo per risolvere quella maledetta situazione. Esecuzione a memoria? Possibile, anzi normale per un professionista. Tuttavia un imprevisto del genere può attenuare qualsiasi attitudine, compresa quella mnemonica. Meglio non fidarsi. Nel frattempo la musica procede e il momento si avvicina. C’è un’estrema soluzione: sullo spartito del bassotuba è segnata anche la guida dell’assolo di eufonio. Al nostro amico non resta altro da fare che alzarsi dalla propria sedia e con lo strumento in braccio sfilare dietro la sezione tromboni per avvicinarsi al leggio del bassotuba. Mancando la sedia non può far altro che accovacciarsi sul gradino vicino. Nel frattempo il bassotubista ha gentilmente girato il suo leggio verso lo sventurato collega.
Pochi istanti e poi il maestro Karajan da l’attacco per Bidlo. Dopo poche battute l’eufonio inizia l’assolo che si conclude felicemente seppur eseguito in condizioni di emergenza. Esaurito il suo compito e dopo aver scambiato uno sguardo di intesa e di gratitudine verso il bassotuba, l'eufonista riprende il cammino inverso per raggiungere la sua postazione d’origine. Chissà cosa avranno pensato gli spettatori vedendo quegli strani movimenti.
Il concerto volge ormai al termine con il risonare delle campane nel quadro che raffigura la monumentale Grande porta di Kiev. Dopo l’ultimo fragoroso accordo di mi bemolle il pubblico attende alcuni secondi e solo quando le mani del maestro si abbassano fa partire un fragoroso applauso. Finalmente il maestro Karajan apre gli occhi, unisce le mani in segno di ringraziamento verso gli orchestrali e poi si volta per l’inchino al pubblico.
Il maestro esce passando tra i violini e gli applausi non sembrano scemare, anzi aumentano di volume. Karajan ritorna allora sul podio e ancora si inchina verso il pubblico, poi si rivolge agli orchestrali e a uno a uno invita i vari solisti ad alzarsi in piedi per un giusto riconoscimento: la prima tromba, il sax contralto e così via. Ora è il turno dell’eufonio e il nostro amico sorride a denti stretti non sapendo se essere felice per lo scampato pericolo o in collera per lo stupido scherzo (ora non ha più dubbi) di un collega geloso. Solo il maestro Karajan non si è accorto di nulla e per lui anche l’assolo di eufonio è stato perfettamente eseguito, senza problemi. Ma si sa, il maestro Karajan dirige sempre con gli occhi chiusi.



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